Durante la manifestazione Truit che si è svolta a Milano al Trussardi alla Scala, abbiamo chiesto allo chef Mario Gamba e al barman Mauro Mahjoub quanto sia importante nella loro attività la comunicazione. Ne è scaturita una conversazione piacevolissima con un fil rouge: la passione per il racconto di storie di cibo e drink.
“Per me – ci dice Mario Gamba – la comunicazione è narrazione, coinvolgimento del cliente sulla storia delle materie prime. I prodotti sono come le lettere dell’alfabeto che utilizziamo per scrivere una storia. Attenzione, così come non ha senso imparare a memoria una poesia e recitarla senza averne compreso il significato, mai trasformare il prodotto senza conoscerlo a fondo, averne studiato la storia, il territorio da cui proviene, le tecniche di trasformazione che meglio ne esaltano il gusto.
Il cliente che assaggia i piatti dell’Acquarello è al centro della nostra narrazione sul prodotto. Quando viene nel mio ristorante approfondisce il mio linguaggio e, insieme, dialoghiamo su questi temi. Io la chiamo ”comunicazione del sapere” ed è alla base della comunicazione in un ristorante. Noi divulghiamo conoscenza sul prodotto e il cliente, a sua volta, la trasmette per noi. In questo modo alimentiamo la cultura sul cibo e rendiamo l’esperienza nei nostri locali unica”.
“Per farvi capire cosa intendo per comunicazione al Bar – ci dice invece Mauro Mahjoub – vi racconto un aneddoto: in passato non riuscivo a bere il Martini cocktail, avevo provato ad accostarlo sia al dolce che al salato ma, niente, non mi piaceva. Durante un viaggio in treno, mi capitò tra le mani un libro stupendo sulla storia del Martini cocktail. Lo lessi d’un fiato, e lo trovai bellissimo! Arrivato a Londra mi feci preparare il cocktail e mi piacque tantissimo perché, finalmente, avevo capito il suo significato, scoperto la sua storia.
Ogni prodotto ha una storia, il bravo barman deve essere capace di emozionare il cliente con il racconto. Questa forma di comunicazione diventa intrattenimento ed è una delle parti più importanti del nostro lavoro. Un buon cocktail te lo puoi preparare anche a casa, ma non l’alone di fascino che solo un bravo barman è in grado di creare intorno al prodotto. In questo modo si crea un rapporto di fiducia tra noi e il cliente al punto che non è più importante cosa gli consigliamo di bere, ma l’esperienza che gli facciamo vivere.
Mario Gamba, il suo ristorante è stato definito il “miglior ristorante italiano in Germania” dalla rivista “Feinschmecker” e la sua cucina continua a raccogliere plausi internazionali, ma Mario Gamba, chef pluristellato e patron de l’“Acquarello” di Monaco di Baviera, ama definirsi un “autodidatta” che riconosce 3 stelle Michelin a sua madre (“lo chef della mia infanzia”), cui deve la passione che lo ha portato a scelte coraggiose. La laurea in lingue e l’esperienza maturata in uno studio di architettura a Bergamo hanno potuto poco rispetto all’amore per la cucina che lo ha spinto a invertire rotta e a rimettersi in gioco. Con successo.
Mauro Mahjoub, capo-barman di diversi bar della capitale bavarese, nel 2009 apre il “Mauro’s Negroni Club”, american bar che, sin dagli esordi, ha saputo imporsi. La carriera del “Re del Negroni” – come è stato ribattezzato – prende il volo, supportata anche dai numerosi riconoscimenti raccolti già negli anni precedenti come il premio “Bartender of the Year” conseguito in Baviera nel 2002, anno anche del suo Diploma della scuola alberghiera di Monaco di Barmeister, fino al 2008, anno in cui riceve il riconoscimento di Brand Ambassador per Campari e dalla fondazione della “Campari Academy di Monaco”.
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